lunedì 21 luglio 2014

GLI ORFANELLI DI CHAARIA

                                                        GLI ORFANELLI DI CHAARIA

Mesi fa il Signore ci mandò Camilla Mukomwenda, che morì dopo il parto nel nostro ospedale e ci regalò la piccola e bellissima Mary-Rita, che è ancora qui con noi. Mary-Rita è una bellissima bambina di circa 6 mesi. La sua mamma si chiama Camilla Mukomwenda e fu ricoverata da noi
in dicembre per malaria cerebrale. Abbiamo tentato a lungo di salvarla, ma il coma è diventato sempre più profondo. Per un mese e mezzo è stata ricoverata senza che nessuno venisse a visitarla. Un giorno abbiamo deciso di andare in macchina a cercare qualche parente. Abbiamo viaggiato per 40 Km lungo una strada terribile e siamo giunti in una isolata capanna di fango, dove abbiamo trovato un uomo completamente pazzo e violento. La capanna era così mal messa da farci
temere che sarebbe caduta da un momento all’altro. Da quel giorno abbiamo perso ogni speranza in un possibile reinserimento di Camilla o della futura creatura. Quando ormai il coma di Camilla sembrava irreversibile, abbiamo indotto il travaglio ed abbiamo estratto una piccola bimba di circa 1
Kg. L’abbiamo messa in incubatrice per 2 mesi … ora la piccola è stata battezzata, è sanissima e pesa più di 4 Kg. L’unico punto interrogativo è il futuro: che cosa faremo di Mary Rita quando
crescerà? Camilla morì pochi giorni dopo il parto. Altro bimbo che abbiamo seguito in questi ultimi sei mesi è Mark Mwenda. Anche lui è nato qui da noi da una mamma psichiatrica che un po’ tutti conosciamo perchè è una senza-fissa-dimora che vagola nei villaggi attorno a Chaaria. L’abbiamo fatta partorire gratuitamente e poi il suo spirito libero l’ha spinta a scappare di notte dal nostro
ospedale di notte, dimenticandosi completamente del suo piccolo. Lo abbiamo battezzato noi, e noi abbiamo scelto il suo nome perchè la mamma non sa neppure di essere al mondo, i familiari non si curano di lei, ed il padre deve essere qualche approfittatore che l’ha violentata dietro a qualche cespuglio. Con noi abbiamo Victor, di tre mesi. Ce lo ha portato la polizia. Viene dalle zone montagnose al di sopra di Meru. Un giorno alcune donne che raccoglievano tè hanno udito dei vagiti tra le frasche; si sono avvicinate ed hanno trovato questo neonato ancora coperto di sangue e con il cordone ombelicale legato da un pezzo di filo di lana. E’ stata molto dura all’inizio perchè Victor pesava solo 1500 grammi. Lo abbiamo posto in incubatrice ed abbiamo iniziato a nutrirlo con
latte in polvere. Ce ne siamo presi cura con tutte le prestazioni sanitarie che avremmo riservato ad un pretermine, curando le sue infezioni respiratorie ricorrenti ed aiutandolo con vari farmaci. Ora
Victor è stabile ed è fuori dell’incubatrice. Al momento pesa 2500 grammi ed è in grade di succhiare benissimo con il biberon. Abbiamo poi Jedida, un’orfana di entrambi i genitori rimasta gravemente cerebrolesa; dopo un attacco di meningite, i nonni, invece di portarla all’ospedale la portarono dallo stregone. Quando ormai era in condizioni terribili (la bimba ha 2 anni e pesa 4 Kg), ce la lasciarono qui dicendo che sarebbero venuti a vederla regolarmente. Da otto mesi  però nessuno è mai venuto, e Jedida è completamente a nostro carico. La nutriamo con sondino naso-gastrico, le curiamo i decubiti, la teniamo calda ed umidificata in incubatrice. Non so se ce la faremo a salvarla ma certamente ce la terremo fin quando morirà. Zawadi è invece una bimba un po’ più grande. A vederla sembra avere circa un anno di età. È stata abbandonata nella sala di attesa del nostro ospedale e non sappiamo chi siano i genitori. Sembra una bimba nornale, senza particolari problemi di salute. Certamente la madre l’ha abbandonata qui da noi perchè pensa che ce ne prenderemo cura, ma
è tristissimo per me pensare che un genitore possa avere il coraggio di abbandonare la propria creatura. Non vorremmo tenerla a lungo e con la polizia stiamo facendo ricerche dei genitori, perchè, se iniziamo ad accogliere tutti i trovatelli in questo modo, di sicuro favoriremo comportamenti irresponsabili come questo anche in futuro. Vorremmo trovare la famiglia, capire perchè hanno abbandonato la bambina e vedere se si può dare una mano a risolvere i problemi che hanno
portato all’abbandono. Zawadi non è un nome di battesimo, perchè non sappiamo come si chiami la bambina. Zawadi in kiswahili significa dono, ed è così che la chiameremo finchè non risolveremo la sua situazione, perchè per noi anche lei è un dono di Dio.

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